sabato 20 dicembre 2008

FATE UN REGALO A VOI STESSI E AI VOSTRI CARI

Scuola di Scienze Quantistiche
16 - 17 Gennaio 2009
orario: 9 - 18
IV UNITA' DIDATTICA
GUARIGIONE QUANTISTICA
Relatore: Dott. GAETANO CONFORTO
www.quantumedicine.com - www.gaetanoconforto.com
Modalità di Iscrizione:
Versamento su C/C POSTALE N.86914504
intestato a Torti Umberta
Per gli utenti Skipe, cliccando su INVIA
Con procedura PayPal
Sarà rilasciato un attesto di partecipazione dalla
Speedgrowth srl.

Programma
Principi di fisica quantistica applicata al corpo umano

Principi di fisica quantistica applicata alla coscienza

Non località quantistica

La mente non locale: caratteristiche e funzioni

Il campo energetico della mente

La natura quantistica del pensiero

La mente non locale e la guarigione personale e a distanza

Le visualizzazioni quantistiche terapeutiche

Le energie di guarigione

Raggiungere il regno quantistico e dialogare con esso

Network neuronali coinvolti nel viaggio quantistico

L’universo energetico vivente

La medicina della III era

La medicina dell’eternità

Terapia Quantistica Emozionale e coscienza quantistica

Tecniche di guarigione quantistica nei problemi più comuni ( dolore, artriti, obesità, cardiopatia, epatopatie, gastropatie, dismetabolismi, disendocrinie, ecc…..)


Libero arbitrio e manifestazioni della coscienza

Liberamente tratto da:
Benjamin Libet ripropone il grande problema del libero arbitrio, che fa parte del più generale problema del rapporto mente-corpo.
Libet, insieme ad alcuni collaboratori, in una serie di esperimenti condotti nei primi anni '80, si poneva l'obiettivo di trovare delle relazioni quanto più possibili precise tra l'esperienza cosciente (vedi coscienza) e l'attivazione di determinate zone cerebrali. Le indagini sul campo condotte da Libet possono essere generalmente divise in due fasi principali:
1. Ricerche tese a mettere in rapporto la percezione cosciente di stimoli sensoriali (tattili) con i relativi correlati neurali. Libet trovò che le stimolazioni a livello cutaneo venivano percepite consapevolmente dal soggetto soltanto dopo circa 150 msec. dopo il loro inizio, mentre non veniva avvertita alcuna sensazione se lo stimolo durava meno di 150 msec. In un'altra serie di esperimenti, in cui i soggetti (pazienti che dovevano essere sottoposti ad operazioni al cervello ), erano stimolati con deboli correnti per mezzo di elettrodi inseriti direttamente in zone circoscritte della corteccia note per il loro coinvolgimento nella sensazione cutanea Libet rilevò invece un intervallo di tempo di circa 0,5 sec. tra la sollecitazione e la relativa esperienza avvertita a livello cosciente. Anche in questo caso, se la sollecitazione aveva una durata inferiore, non veniva percepita coscientemente dal soggetto.
2. Ricerche che miravano a individuare la relazione tra l'intenzione cosciente - la volontà del soggetto - di compiere determinati movimenti e l'attivazione di specifici gruppi neuronali, segnalata da potenziali elettrici misurati con elettrodi collocati sul cranio.
Le conclusioni tratte da Libet furono che le azioni volontarie incominciano a livello neurale, come segnalato dal potenziale di preparazione, e solo successivamente (dopo almeno 300-350 msec.) il soggetto diviene consapevole dell'intenzione di agire. Se tuttavia l'attività cerebrale preposta all'azione volontaria si manifesta prima del sorgere della volontà di agire, questa appare piuttosto una conseguenza dell'attività stessa, e non il fattore che la determina. E' facile rendersi conto che, in tale prospettiva, la concezione di un soggetto in grado di agire in maniera autonoma appare irrimediabilmente compromessa. Libet suggerisce di assegnare al libero arbitrio un ruolo più ridotto rispetto a quello ad esso riconosciuto tradizionalmente: il libero arbitrio non consisterebbe nella capacità di dare il via all'azione, bensì nella possibilità di decidere nel momento del manifestarsi dell'intenzione cosciente (300-350 msec. dopo l'inizio del potenziale di preparazione, ma 150-200 msec. prima dell'effettivo inizio dell'azione), se dar corso all'azione o se inibirla.
Il ruolo della volontà - del libero arbitrio - si svolgerebbe, nell'ottica libettiana, soltanto nel senso del controllo, dell'inibizione, nei confronti di azioni che vengono predisposte, in maniera del tutto inconscia, a livello neuronale.
Riferimenti bibliografici :
Libet,B. Mind time. Il fattore temporale nella coscienza, Raffaello Cortina, Milano, 2007

venerdì 19 dicembre 2008

FISICA DELLA MENTE

Oggi si arriva a ipotizzare che il fenomeno della coscienza possa essere la conseguenza di movimenti di elettroni all'interno dei microtubuli delle proteine che costituiscono ogni organismo vivente.
Sembra infatti che le proteine approfittino direttamente degli effetti quantici per compiere attività che altrimenti sarebbero assolutamente impossibili.
R.Penrose, famoso fisico dell'Università di Oxford, rifacendosi ad alcune pionieristiche ricerche dell anestesiologo S.Hameroff e del neurofisiologo B.Libet, ipotizzò che i processi cerebrali come la coscienza o la consapevolezza dovessero essere direttamente collegate al fenomeno fisico noto come coerenza quantistica.
Tale fenomeno è quel meccanismo fisico per cui i metalli portati a bassa temperatura manifestano il fenomeno della superconduttività dell elettricità senza opporre resistenza.
Una situazione molto simile, seppure in condizioni ambientali decisamente diverse, avviene secondo Penrose anche a livello cerebrale, in particolare a livello dei tubuli : l'evento cosciente nell'uomo, e cioè il passaggio dallo stato di pre-coscienza allo stato di coscienza, avviene al raggiungimento da parte dei tubuli dello stato di massima eccitazione coerente.
Come gli elettroni nella superconduttività (che muovendosi allunisono permettono alla corrente di muoversi senza ostacoli), così la globalizzazione della coerenza tra i tubuli cerebrali permette il verificarsi del processo cognitivo.
Il tempo di transizione della fase pre-cosciente alla fase cosciente con la conseguente attivazione del segnale motore che consente ad esempio di muovere un braccio, dura circa mezzo secondo.
Il susseguirsi delle transizioni dal livello minimo al livello massimo di coerenza dei tubuli, costituisce il corso della coscienza, lo scorrere del tempo.
I fenomeni di coerenza quantistica oltre a spiegare razionalmente le dinamiche dei processi cognitivi, darebbero conto di quello che Penrose chiama Senso Unitario della mente.
Il processo cosciente non può mai essere frutto dell'attivazione di una singola area del cervello ma deve scaturire dall'azione concertata in un gran numero di zone della mente. L'oscillazione coerente dei tubuli, la quale interessa la maggior parte del cervello, provvederebbe egregiamente a quel collegamento globale essenziale per l'estrinsecazione dell'atto mentale

Memorie neurali

di: Enrico Loi
Registrando simultaneamente l'attività di centinaia di neuroni nei topi vivi, alcuni ricercatori hanno identificato gli ammassi di cellule cerebrali che agiscono insieme per formare e immagazzinare i ricordi.
Tipicamente l'attività cerebrale viene misurata in uno o in pochi neuroni alla volta.
Ma poiché i comportamenti complessi, come l'apprendimento e la memoria, dipendono dall'azione di grandi insiemi di neuroni, è necessario determinare come queste cellule lavorano insieme per consentire la formazione di ricordi.
I ricercatori della Princeton University hanno registrato simultaneamente l'attività elettrica di gruppi di fino a 260 neuroni singoli dell'ippocampo del topo, la struttura cerebrale responsabile per la formazione dei ricordi di luoghi ed eventi.
I ricercatori hanno registrato quest'attività in risposta a tre differenti tipi di condizioni di allarme.
Gli autori hanno scoperto che ogni stimolo produceva schemi di attività cerebrale differenti e hanno identificato le unità di codifica di base nell'ippocampo, ovvero i gruppi di neuroni che rispondono ai diversi stimoli.
Questi gruppi forniscono una base neurale plausibile e in tempo reale della formazione dei ricordi.
Inoltre, gli schemi di attivazione dei gruppi di neuroni possono generare un set di codici cerebrali che, proprio come il codice genetico, sembra essere universale e comune a differenti individui e diverse specie.
Istituzione scientifica citata nell'articolo:

sabato 13 dicembre 2008

Legge d'attrazione e fisica quantistica

Il TUTTO OLOGRAFICO

FISICA QUANTISTICA:

UNA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E FILOSOFICA PASSATA SOTTO SILENZIO
di Tiziano CantalupiLe grandi rivoluzioni della scienza sono spesso seguite da sconvolgimenti in campo filosofico e sociale.
Le tesi di Copernico, ad esempio, il quale sostenne che la Terra non occupava il centro dell’universo, innescarono un processo di sgretolamento di dogmi religiosi e filosofici che cambiarono profondamente la società europea degli inizi del Rinascimento. La teoria evoluzionistica di Darwin (secoli dopo), con la distruzione della credenza in uno stato biologico speciale degli esseri umani, produsse effetti simili.
Le teorie di Einstein infine, con l’affermazione che "tutto è relativo", diedero una spallata definitiva ad un certo modo, "assolutistico", di intendere la scienza e la vita.
Con questi presupposti, desta notevole stupore che la più grande rivoluzione scientifica di tutti i tempi sia passata per lo più inosservata agli occhi del grosso pubblico.
E questo non già perché le sue implicazioni abbiano scarso interesse, ma perché queste implicazioni sono talmente sconvolgenti da risultare quasi incredibili persino per gli stessi scienziati che le concepirono.
La rivoluzione di cui si sta parlando si è consumata, nella sua fase più "cruenta", durante i primi trenta anni del ventesimo secolo ed è conosciuta col nome di Teoria Quantistica o Meccanica Quantistica.
Nata come tentativo di spiegare la fisica delle particelle elementari, la Teoria Quantistica in seguito crebbe sino ad incorporare gran parte della microfisica e parte della macrofisica.
Oggi fra alterne vicende può dirsi (nella sua versione ortodossa) universalmente accettata.
Sebbene attualmente nessuno dubiti della sua efficacia pratica ci sono ancora ampie schiere di studiosi che ne mettono in discussione le conseguenze, specie quando queste conseguenze vengono estese alla natura della realtà.
Fondamenti della meccanica quantistica :
- Non esiste una realtà obiettiva della materia, ma solo una realtà di volta in volta creata dalle "osservazioni" dell’uomo.
- Le dinamiche fondamentali del micromondo sono caratterizzate dall'acausalità.
- E’ possibile che, in determinate condizioni, la materia possa "comunicare a distanza" o possa "scaturire" dal nulla.
- Lo stato oggettivo della materia, è caratterizzato da una sovrapposizione di più stati.
La conclusione più sconvolgente che si può trarre da quanto sino ad ora affermato è senza dubbio quella che asserisce che la realtà è tale solo se è presente l’uomo con le sue "osservazioni" ; con i suoi esperimenti.
A differenza delle precedenti rivoluzioni scientifiche, le quali avevano confinato l’umanità ai margini dell’universo, la Teoria Quantistica riporta l’uomo ("l’osservatore") al centro della scena.
Alcuni eminenti scienziati si sono spinti a ipotizzare che la Teoria dei Quanti abbia perfino risolto l’enigma del rapporto tra Mente e Materia, asserendo che l’introduzione nei processi di misura quantistica dell’osservazione umana è un passo fondamentale per il costruirsi della realtà.

Coloro interessati ad approfondire l'argomento possono consultare gli articoli riportati di seguito....

Il gatto quantistico - Il paradosso del “Gatto di Schroedinger” - Riflessioni sulle Scienze di Alberto Viotto

Il gatto quantistico - Il paradosso del “Gatto di Schroedinger” - Riflessioni sulle Scienze di Alberto Viotto

LA TEORIA QUANTISTICA : UNA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E FILOSOFICA PASSATA SOTTO SILENZIO

LA TEORIA QUANTISTICA : UNA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E FILOSOFICA PASSATA SOTTO SILENZIO

mercoledì 10 dicembre 2008

SCUOLA DI SCIENZE QUANTISTICHE

LA LEGGE D'ATTRAZIONE
Insieme alla legge di gravità, costituisce una forza dell' universo in grado di creare quando stimolata da una intenzione potente e carica emozionalmente. Conoscere come funziona ci metterà nelle condizioni di migliorare le nostre condizioni di vita.

venerdì 28 novembre 2008

SCUOLA DI SCIENZE QUANTISTICHE

La Trasformazione Quantistica è l' insieme di basi spirituali ( non insegnate nelle istituzioni accademiche ) mescolate con le spiegazioni quantistiche in grado di metterci nelle condizioni di creare la nostra realtà. Noi siamo esseri quantici in grado di influenzare la materia e di trasformare l' invisibile in visibile, l' immateriale in materiale.



III ° UNITA’ DIDATTICA
VENERDI’ 12 - DOMENICA 14 DICEMBRE 2008

Orario lezioni : 9:00 – 18:00

Trasformazione Quantistica
Come la coscienza crea il mondo materiale
Relatore: Dott. GAETANO CONFORTO

Programma
Rapporto fra scienza e spiritualità
Principi di fisica quantistica applicata al corpo umano
Principi di fisica quantistica applicata alla coscienza
Come ottenere ciò che si vuole
da un universo auto-consapevole
Il campo energetico della mente
La natura quantistica del pensiero
Il risveglio spirituale La sincronicità
La fisica quantistica e la grande mente universale
Le visualizzazioni quantistiche terapeutiche
Le energie di guarigione
Raggiungere la mente subconscia
ed imparare a dialogare con essa
L’Universo Energetico Vivente
La medicina dell’eternità: terapie
Coscienza Quantistica : esercizi di Terapia Quantistica

Sabato 13 Dicembre 2008


DENTRO THE SECRET

GIORNATA
DI APPROFONDIMENTO DELLA LEGGE D’ATTRAZIONE

ore 9.30
Hotel "Le Vedute"
via Romana Lucchese 114
Loc. Vedute - Fucecchio (Firenze)

www.hotelvedute.com


Interazione diretta pubblico/relatori

INTERROGATIVI – ESPERIENZE PRATICHE – TESTIMONIANZE

PROGRAMMA

Ore 10.00
Clara Morena
Live Coach - Psicoterapeuta - Master PNL

LA LEGGE D’ATTRAZIONE
NELLA PROSPETTIVA DELLA FORMA PENSIERO

Ore 12.00
Claudio Fontanelli
Musicista - Astrologo

ARMONIA DELLE SFERE
LE ONDE SONORE PER LA CANALIZZAZIONE DELLE FORZE UNIVERSALI

Ore 14.30
Gaetano Conforto
Medico Specialista - Ricercatore Spirituale

LA LEGGE D’ATTRAZIONE
DAL PUNTO DI VISTA MEDICO-SCIENTIFICO


Ingresso gratuito per gli iscritti
alla Scuola di Scienze Quantistiche

giovedì 27 novembre 2008

Un giorno senza tv

Fonte: salute.agi.it
r.s. a cura della redazione ECplanet
Un giorno senza tv” è la campagna lanciata dalla Società Italiana di Pediatria per sollecitare le famiglie a trovare alternative ai pomeriggi, alle serate - e soprattutto ai pasti consumati in compagnia della televisione.
Secondo la S.I.P., gli effetti negativi sui comportamenti e sulle abitudini di vita degli adolescenti italiani, prodotti da un eccesso di visione televisiva, sono ampiamente documentati delle indagini annuali su questo tema svolte appunto dalla Società Italiana di Pediatria.
“L'overdose televisiva condiziona, in peggio - spiegano gli esperti - tutti i comportamenti degli adolescenti: da quelli alimentari a quelli sociali. Questo avviene certamente per effetto del tipo di messaggi e di modelli che la televisione veicola, ma anche perché passare più di tre ore al giorno davanti alla TV, indipendentemente dalla qualità dei programmi visionati, degrada in modo sensibile la qualità di vita: meno attività fisico-sportiva, meno socializzazione, meno stimoli culturali, meno tempo trascorso con i genitori”. Secondo Pasquale di Pietro, presidente della S.I.P., “Sappiamo bene che non è con un giorno di 'moratoria' che si risolvono i problemi, ma il nostro obiettivo è iniziare a sensibilizzare sia i genitori che i ragazzi sul fatto che la TV non deve rappresentare una assoluta necessità e che ogni tanto se ne può anche fare a meno. Se poi la giornata senza TV diventasse almeno una abitudine settimanale, tanto meglio”. Per Gianni Bona, vice presidente della S.I.P., “Organizzarsi in famiglia per un giorno senza TV può anche diventare una abitudine divertente e fornire un utile spunto per riservare più momenti al dialogo o al gioco tra genitori e figli”. Nel lanciare la campagna 'Un giorno senza TV '- aggiunge Bona - la Società Italiana di Pediatria vuole anche continuare a mettere in evidenza il problema dell'affollamento pubblicitario in particolare nella fascia oraria specificatamente destinata ai ragazzi che dovrebbe risultare 'protetta'.

domenica 23 novembre 2008

Le frequenze delle emozioni

di: Edoardo Capuano
Recenti studi hanno dimostrato che le nostre emozioni provocano mutamenti vibrazionali che interagiscono direttamente con il nostro essere: un'emozione negativa, come la paura, corrisponde ad uno stato vibrazionale molto misero, a una lunghezza d'onda estesa; un'emozione positiva, come l'amore, corrisponde a un elevato modello vibrazionale, a una corta lunghezza d'onda.
Il corpo dell'essere umano è composto da materiale genetico dotato di un trasmettitore e un ricevitore estremamente sofisticati di frequenze.
In particolari sperimentazioni scientifiche si è osservato che inserendo il DNA in un contenitore tubolare di elettroni, questi ultimi si dispongono a formare una struttura uguale al DNA.
Se si rimuove il DNA, gli elettroni ritornano ad occupare le precedenti posizioni.
Questa è la prova inequivocabile che il patrimonio genetico dell'essere umano interagisce di continuo con l'energia circostante; siamo noi, le nostre condizioni emotive, a influenzare il mondo di continuo.
Dentro ogni essere umano ci sono delle microantenne conosciute con il nome di amminoacidi direttamente collegate con il DNA. Inoltre, esistono 64 codici genetici o antenne, capaci di trasmettere e ricevere frequenze più elevate collegando ogni persona a dimensioni più elevate. Recenti studi scientifici suggeriscono che solo 20 di queste antenne sono attivate, e le rimanenti 44 rimangono “disattivate”.
Ma solo 20 antenne sono insufficienti a collegare un essere umano con le frequenze più elevate. Ne deriva che ogni persona usa solo una piccola frazione del proprio potenziale cerebrale.
Scienziati dell' Istituto HeartMath e di altri istituti di ricerca hanno fatto altre nuove e importantissime scoperte: queste microantenne presenti sul DNA si attivano o disattivano dalle frequenze filtrate in continuazione attraverso il DNA.
Per questo motivo le nostre emozioni hanno una funzione peculiare sull'attivazione di queste microantenne.
Un'emozione di paura, il derivato di tutte le nostre emozioni negative, può attivare solo alcune di queste “antenne” perché genera una lunghezza d'onda lenta e lunga.
Mentre l'amore, il derivato di tutte le nostre emozioni positive, riesce ad attivare un numero molto più elevato di “antenne” perché genera una lunghezza d'onda veloce e corta.

giovedì 6 novembre 2008

SCIENZE QUANTISTICHE E LIBERTA' DI COSCIENZA


SCUOLA DI SCIENZE QUANTISTICHE
VENERDI’ 21 - SABATO 22 NOVEMBRE 2008
Orario lezioni : 9:00 – 18:00
II ° UNITA’ DIDATTICA
Scienze quantistiche e libertà di coscienza
Come creare la nostra realtà personale e sociale
manifestando i propri desideri nel campo delle infinite possibilità
Relatore: Dott. GAETANO CONFORTO

Nei seminari verranno trattati i temi relativi alle nuove scoperte della fisica quantistica
applicate al vivere quotidiano e alla salute.
Ci saranno momenti di grande emozionalità e si insegneranno potenti tecniche
in grado di eliminare le emozioni nocive alla nostra crescita ed al nostro benessere.
Molto utile per le coppie e le famiglie!
Programma
Le basi della fisica quantistica
Come la coscienza crea il mondo materiale
I tre livelli di coscienza per agire sul Campo Energetico Cosciente
Le tecniche per eliminare le principali emozioni negative
Basi di guarigione quantistica con pratica di gruppo
Le tecniche per realizzare i nostri obiettivi
La fisica quantistica e la gestione economica: spiritualizzare la materia




il cannocchiale

lunedì 27 ottobre 2008

I BAMBINI CI GUARDANO

SE VOGLIAMO CRESCERE BENE I NOSTRI FIGLI BISOGNA CRESCERE BENE NOI STESSI, NOI ADULTI SIAMO LE RADICI DEI GIOVANI ALBERI:ALBERI DEBOLI RADICI MALMESSE= SOCIETA' IN DECLINIO

domenica 26 ottobre 2008

CREARE I CIRCUITI NEURONALI PER CREARE UNA NUOVA REALTA'

COPIAMO LE SEGUENTI AFFERMAZIONI RILEGGIAMO E MEMORIZZIAMO
ATTRAVERSO LA PRATICA SONO POTENTI MANTRA COLLETTIVI
1° Mantra collettivo

- IO SONO UNO CON LA MATERIA E LO SPIRITO.
- QUALSIASI COSA FACCIO LA VIVRO’ PRIMA SPIRITUALMENTE E POI MATERIALMENTE.
- SO CHE LA MATERIA PROVIENE DAL REGNO INVISIBILE DELLO SPIRITO
- QUALSIASI COSA VOGLIO REALIZZARE LA VEDRO’ PRIMA CON GLI OCCHI DELLA MENTE E POI NELLA REALTA’ MATERIALE
- IO SONO UNO SPIRITO IN UN CORPO MATERIALE CON UNA MISSIONE: AIUTARE ME STESSO E GLI ALTRI A RISOLVERE I MIEI E I LORO PROBLEMI.
- IO SONO SPECIALE.

2° Mantra collettivo
( applicare i sette principi per connetterci…)

- Non conoscerai il significato della tua vita se non ti connetti con il potere che ti ha creato
- Non sei questo corpo, non sei questa mente, tu sei lo Spirito ……questa è la grande verità
- Devi conoscere il tuo Spirito……..altrimenti non conoscerai la verità
- Non c’è altra via diversa dalla meditazione con cui puoi crescere: perché quando mediti sei nel silenzio. Sei nella coscienza senza pensieri, solo allora si ha la crescita della consapevolezza……

3° Mantra collettivo
( applicare i sette principi per connetterci all’intenzione:
Sii Creativo )

- La mia intenzione è che tutto ciò che faccio sia diretto dallo Spirito
- La mia intenzione è amare e radiare il mio amore a ciò che faccio e a chi ne sarà influenzato
- La mia intenzione è fidarmi di ciò che mi arriva, non giudicandolo, ed essere un veicolo dello Spirito.
- La mia intenzione è riconoscere lo Spirito come la mia Sorgente e staccarmi dal mio ego
- La mia intenzione è fare tutto ciò che posso per elevare la coscienza collettiva ad essere in più intimo rapporto con lo Spirito del supremo potere originante dell’ Intenzione

ADESSO IMPARIAMO A GUIDARE LA NOSTRA INTENZIONE VERSO LA MANIFESTAZIONE SUL NOSTRO PIANO DI REALTA' ATTRAVERSO GLI ESERCIZI CHE ABBIAMO APPRESO (VAKS)
RICORDANDOCI CHE...

Non conoscerai il significato della tua vita se non ti connetti con il potere che ti ha creato

Non sei questo corpo, non sei questa mente, tu sei lo Spirito ……questa è la grande verità

Devi conoscere il tuo Spirito……..altrimenti non conoscerai la verità

Non c’è altra via diversa dalla meditazione con cui puoi crescere: perché quando mediti sei nel silenzio. Sei nella coscienza senza pensieri, solo allora si ha la crescita della consapevolezza……

VAKS
(ESERCIZI VISIVI,UDITIVI,CHINESIOLOGICI,SPIRITUALI)

E’ MIA INTENZIONE VIVERE LA MIA VITA, SEGUENDO UNO SCOPO ( Creatività )
____________________________________________________________________________________________________________________

E’ MIA INTENZIONE ESSERE IN PACE CON TUTTI, PARENTI COMPRESI ( Gentilezza)
_______________________________________________________

E’ MIA INTENZIONE RISPETTARE ME STESSO IN OGNI OCCASIONE
( Amore )
_______________________________________________________________

E’ MIA INTENZIONE VIVERE UNA VITA TRANQUILLA E SENZA STRESS
( Bellezza )
_____________________________________________________________

E’ MIA INTENZIONE APPREZZARE ED ESPRIMERE IL GENIO CHE SONO
( Espansione )
________________________________________________________

E’ MIA INTENZIONE SENTIRMI DI SUCCESSO ED ATTIRARE ABBONDANZA E RELAZIONI GIUSTE
( Abbondanza Illimitata )
___________________________________________________

E’ MIA INTENZIONE ATTIRARE LE PERSONE IDEALI E RELAZIONI DIVINE
( Ricettività )
____________________________________________________

Riassumendo...

Cosa abbiamo appreso nella I°UNITA' DIDATTICA della SCUOLA di SCIENZE QUANTISTICHE
IL POTERE DELL'INTENZIONE

- IO SONO UNO CON LA MATERIA E LO SPIRITO.
- QUALSIASI COSA FACCIO LA VIVRO’ PRIMA SPIRITUALMENTE E POI MATERIALMENTE.
- SO CHE LA MATERIA PROVIENE DAL REGNO INVISIBILE DELLO SPIRITO
- QUALSIASI COSA VOGLIO REALIZZARE LA VEDRO’ PRIMA CON GLI OCCHI DELLA MENTE E POI NELLA REALTA’ MATERIALE
- - IO SONO UNO SPIRITO IN UN CORPO MATERIALE CON UNA MISSIONE: AIUTARE ME STESSO E GLI ALTRI A RISOLVERE I MIEI E I LORO PROBLEMI.
- IO SONO SPECIALE

mercoledì 22 ottobre 2008

I° UNITA' DIDATTICA:IL POTERE DELL'INTENZIONE

L' intenzione è la forza nell'universo da cui dipende la creazione.Il seminario insegnerà come accedere al campo di energia chiamato intenzione, per cominciare a co-creare la Tua vita, in 10 tappe con cui si apprenderà ad immettere l'intenzione nella tua realtà.
a) Scoprirai cos'è il campo dell' intenzione e cosa significhi connettersi con esso.
b) Capirai l'anima dell'intenzione e utilizzerai un nuovo mantra: " Voglio stare bene ". Ci saranno validi consigli per poter superare gli ostacoli e quindi far fluire l'intenzione nella propria vita.
c) Imparerai modi per poter controllare l'ego e quindi allinearsi con la propria Sorgente.
d) Si tratteranno i lati attivo/inattivo dell'infinito e si proporanno delle sfide per spostarsi al lato attivo. Imparerai l'importanza di superare le proprie paure per vedersi come un essere infinito.
e) Scopri le sette facce dell'intenzione: creatività, gentilezza, amore, bellezza, espansione, abbondanza e recettività. Apprenderai il valore del pensare senza resistenze e dire " si " alla vita.
f) Imparerai subito ad utilizzare l'intenzione con dettagliate istruzioni per applicare questi principi nella vita quotidiana.
g) Imparerai quale impatto ha l'intenzione sugli altri, quando sarai connesso con essa: guardando le cose da un altro punto di vista, scoprirai che le cose a cui guardi cambieranno.

Ecco le caratteristiche delle persone che sono connesse con il potere dell'intenzione:
- Non si affidano mai alla fortuna. Quando decidono di fare qualcosa, la fanno accadere
- Si rifiutano di pensare a ciò che non può accadere, focalizzandosi invece su ciò che accadrà
- I loro pensieri sono convogliati su ciò che esattamente vogliono.
Una volta acquisite queste caratteristiche, tutto è automatico.
Il seminario condurrà per mano ad acquisire questo empowerment nella propria vita per manifestare ciò che si è sempre desiderato, quindi diventa uno strumento di valore che ti aiuterà a divenire chi sei veramente.

mercoledì 15 ottobre 2008

SCUOLA DI SCIENZE QUANTISTICHE

I contenuti della Scuola di Scienze Quantistiche
a cura del relatore:dott. Gaetano Conforto
Sincronicità
Noi siamo i creatori della nostra realtà.
Come Esseri Quantici non conosciamo nessun limite, né spaziale né creativo. Il grande oceano di luce in cui siamo immersi, da cui veniamo continuamente creati, e dove continuamente creiamo, opera tramite un’infinita rete di eventi spazio-temporali, il cui perfetto incastro dà luogo alla miriade di forme, creature, paesaggi, che sono oggetto dell’amore Divino.
Questa rete perfetta di relazioni è ciò che costituisce la Sincronicità.
Ad un occhio profano, il susseguirsi della vita sembrerebbe un insieme di coincidenze casuali, cioè non aventi un nesso profondo fra loro. E’ chiaro che questa è la visione meccanicistica newtoniana, dove viene presa in considerazione l’analisi statistica, senza che fattori come l’intenzione e la consapevolezza possano giocare un ruolo nel succedersi delle cose. Infatti, l’universo viene considerato come una macchina che genera dati in modo casuale.Un fenomeno può avere una certa probabilità che possa verificarsi entro limiti di natura statistica, quindi entro i canoni della razionalità scientifica e non per questo deve essere considerato una sorpresa, oppure un miracolo. Per esempio, una guarigione spontanea da un male incurabile rientrerebbe in un range di probabilità ristretto, ma possibile. Qualsiasi altro fenomeno, come sapere chi ci sta chiamando al telefono, prima di rispondere, può rientrare, secondo la scienza ufficiale, nella norma di possibilità, cioè di coincidenze significative.Questo modo di considerare gli eventi quotidiani fu messo in discussione da Jung, il grande psicanalista svizzero.
In un caso famoso, descritto nel suo libro “La Sincronicità“, Jung descrive il caso di una donna che nel sogno aveva avuto in regalo uno scarabeo d’oro (lo scarabeo è il simbolo della rinascita). Mentre la donna raccontava il sogno a Jung, dai vetri della finestra dello psicologo, si avvertì un rumore. Era uno scarabeo. Jung lo fece entrare e lo raccolse mostrandolo alla donna che ebbe un salto quantico di consapevolezza.
Quale analisi statistica potrebbe spiegare un fenomeno del genere? Quante probabilità ci sono che uno scarabeo, che in genere è attirato dalla luce, venga attratto da un ambiente buio (Jung stava eseguendo una seduta di analisi) nel momento in cui si sta parlando del suo simbolo?
Se osserviamo a ritroso la nostra vita, vedremo quante di queste coincidenze significative si siano verificate per condurci dove siamo ora.
Ogni relazione, ogni fatto, ogni evento sono strettamente interconnessi fra di loro e complici di un obiettivo elevato, che nella maggior parte dei casi ci sfugge.
L’oceano di luce (e con esso anche l’Essere Quantico consapevole di questa realtà)opera le sue meraviglie mettendo in relazione perfetta le “pedine“ che condurranno alla creatura finale (galassia, stella, atomo, uomo, sogni, obiettivi, visioni). Sarebbe sufficiente un solo millisecondo di sfasamento, in questa perfetta sintonia, per avere un “parto“ creativo notevolmente diverso!
SIAMO IMMERSI IN UN OCEANO DI SINCRONICITA'
Il nostro corpo è fra le espressioni più fini di tale sincronicità, basti pensare ai rapporti fra le molecole di idrogeno ed ossigeno dell’acqua, come pure i rapporti fra i minerali, le vitamine, gli aminoacidi nelle complicate e complesse vie biochimiche; i risultati di seppur piccoli sfasamenti, come per esempio nelle carenze enzimatiche, comportano effetti disastrosi sulla salute e sull’aspetto fisico.
Non saremmo come oggi ci conosciamo, se si rompesse il delicato equilibrio sincronico fra noi e l’universo ( purtroppo abbiamo apportato sfasamenti nella natura, e questo ci costerà caro!).
Ciascun Essere Quantico vive in una rete di sincronicità che si evolve e cambia nel tempo ( l’ambiente dell’utero materno, la famiglia, la scuola, l’ambiente sociale, il lavoro, il matrimonio con i figli, il divorzio, nuove amicizie, il pensionamento).
In ogni momento si troverà in uno specifico seme karmico, cioè interagirà con persone ed eventi spazio-temporali con cui condividerà delle lezioni da apprendere.
Se per suo libero arbitrio decide di cambiare seme karmico non ancora svezzato, si ritroverà in un’altra rete sincronica con non pochi problemi da risolvere. E questo fino a quando non imparerà l’umiltà e l’ubbidienza, requisiti fondamentali per apprendere le lezioni cosmiche. Ogni qualvolta interagiamo con la delicata struttura sincronica del cosmo ( pensiamo, parliamo, agiamo, omettiamo, scegliamo ) lo costringiamo a cambiare, momentaneamente, rapporti sincronici che inevitabilmente ci coinvolgeranno in questo cambiamento, fino a che non raggiungerà il suo equilibrio.
Verremo trascinati dalla grande rete di eventi.
Il risultato sarà o la nostra salute e la nostra felicità, se abbiamo capito e ci lasciamo andare nella direzione degli eventi sincronici, oppure la nostra malattia, se opponiamo resistenza al flusso cosmico.
Ciò accade per esempio quando non lasciamo andare, non accettiamo il momento presente ( la nostra famiglia, il nostro coniuge, il nostro lavoro, il nostro ambiente, la nostra salute ), critichiamo, oppure attacchiamo gli eventi sincronici in cui siamo immersi. Spenderemo enormi quantità di energie, e faremo grossi sforzi per ottenere ciò che desideriamo. Ma arriveremo in salute ed equilibrio alla meta? Oppure ci ritroveremo già vecchi, stanchi, magari con molti soldi, ma pieni di acciacchi e malattie?
Da tutto si evince come sia importante entrare nel gioco della vita con le carte in regola.
Queste carte sono la conoscenza della Sincronicità e del Destino Sincronico.
Per maneggiare queste carte bisogna prendere coscienza che siamo Esseri Quantici e che viviamo in una continua creazione a doppio senso.
Possiamo agire provocando le nostre sincronicità ( che non saranno più coincidenze significative, o eventi dovuti al caso, ma strategie creative ), e/o possiamo favorire il flusso cosmico comportandoci a nostra volta come eventi sincronici appartenenti al seme karmico di altri esseri quantici, diventare cioè pedine di altri esseri creatori.
La Sincronicità è un insieme di eventi, apparentemente sconnessi fra di loro, che accadono insieme e che sembrano, in superficie, soltanto delle coincidenze significative.
Per fare il salto di qualità, cioè per riuscire a comprendere il meccanismo creativo, è necessario mettere in discussione le nostre false certezze, quelle legate al vecchio paradigma della fisica, dove siamo tutti separati, destinati alla corrosione del tempo e quindi alla morte, incapaci di influire su questo destino e facili alle critiche e a dare la responsabilità al di fuori di noi.
Occorre capire che le coincidenze sono eventi normali, frequenti, significativi, in armonia con la natura, e che dietro le quinte della vita vi è una intenzione che ci guida, quella del nostro Spirito, quella Divina. Infatti, dalla interpretazione delle “coincidenze“, cioè dal saper leggere il piano di azione del cosmo, dipende la realizzazione dei nostri desideri.
NULLA ACCADE PER CASO
Quando prendiamo coscienza delle sincronicità, con l’intenzione di farle evolvere per realizzare il nostro destino, stiamo attuando il Destino Sincronico. Diventiamo parte attiva nel grande piano creativo, dando uno scopo, un significato, una direzione e un’intenzione alle coincidenze. Con le nostre interpretazioni, e le conseguenti azioni, trasformeremo le Sincronicità in Destino Sincronico, acquisiremo cioè quel software intellettuale per interagire con gli eventi spazio-temporali.Per poter padroneggiare il Destino Sincronico e quindi crearci un nostro seme karmico evolutivo, cominciando a vivere nel qui e ora in linea con la volontà del nostro Spirito, dobbiamo conoscerne i principi.
La loro conoscenza ed applicazione ci metterà nella condizione di non avere più preoccupazioni, e di incentivare il numero di sincronicità nella nostra esperienza.
Questi principi hanno a che vedere con la visione olistica, olografica della vita, e con il nuovo paradigma della fisica quantistica.
IL CAMPO LUMINOSO COSCIENTE
Rappresenta la grande rete di luce in cui siamo tutti immersi. E’ infatti in ogni luogo e in ogni cosa; è onnipresente. Costituisce la coscienza che pervade ogni sua creatura e utilizza l’attenzione e l’intenzione come stimoli per la trasformazione. E’ un campo di energia, informazione ed intelligenza, che orchestra e governa l’ambiente materiale, e di cui noi siamo creati e creatori. La sua conoscenza è essenziale perché è con il suo esempio e con il suo studio che possiamo scrutare le sincronicità e utilizzarle per il nostro Destino Sincronico.
Nella sua costituzione rientrano tutte le frequenze corrispondenti ad altrettanti semi karmici, dove frequenze simili entrano in vibrazione di risonanza attirandosi a vicenda.
Ecco perché, quando siamo immersi in un seme karmico, attiriamo gli esseri quantici che vibrano alla nostra stessa frequenza e siamo in grado di estrarre, dal Campo Luminoso Cosciente, qualsiasi informazione correlata all’ampliamento del nostro grado di percezione.
Uno dei mezzi per conoscere ed utilizzare il Campo Luminoso Cosciente è la meditazione disciplinata attraverso la quale possiamo influenzarlo con i nostri pensieri, speranze e sogni al fine di manifestare i nostri desideri.
E’un campo dalle possibilità infinite.
Altro principio importante è il nostro dialogo interiore.
Quello che un essere quantico pensa, non è separato dal resto del cosmo.
Il contenuto del nostro dialogo interiore influenza ogni area della nostra vita, fisica, emozionale e spirituale, oltre che il contenuto informativo del Campo Luminoso Cosciente, provocando un insieme di sincronicità, sempre che le riconosceremo come tali, che ci ritroveremo “ fra i piedi “ senza saperle gestire a nostro favore.
Lungo la strada dell’illuminazione, cioè della conoscenza delle leggi della luce del Campo ( fra cui la sincronicità creativa ), il nostro dialogo deve essere basato sullo Spirito e non sulle esigenze del nostro ego. Queste ultime ci porteranno soltanto sofferenza e, con enorme dispendio energetico, fatti sincronici contro corrente.
Come accennato precedentemente, l’universo tenderà ad equilibrarsi provocando eventi sincronici atti a ripristinare le intenzioni creative iniziali.
Bisogna conoscere il proprio Dharma, cioè il nostro scopo nella vita, per operare delle scelte in linea con la cospirazione cosmica; solo così il nostro dialogo sarà imperniato sulle cose dello Spirito, e non sui quei pensieri circolari che vivono nel passato o nel futuro legati ad insicurezze e a paure.
Il principio dell’intenzione, insieme a quello dell’attenzione, sono i cardini su cui il Destino Sincronico poggia.
Più attenzione poniamo agli eventi sincronici, più frequenti diventano nella nostra vita. E’ questa la ragione per cui le nostre intenzioni potranno esprimersi e manifestarsi attraverso questi eventi.
L’attenzione accelera la sincronicità, mentre l’intenzione la fa utilizzare.
Quando entrambe sono legate alle coincidenze significative, la sincronicità si trasforma in Destino Sincronico, e le nostre vite vengono trasformate in qualcosa di veramente magico producendo i cosiddetti miracoli, cioè la realizzazione spontanea dei nostri desideri, nel campo di infinite possibilità. Da quanto sopra esposto, appare chiaro che la creazione non può fare a meno delle relazioni.
LE RELAZIONI COSMICHE
Tutto ciò che origina dal Campo esiste sotto forma di relazioni, ed ogni relazione può influenzare il Campo: è il suo linguaggio preferito. L’universo si è diviso per miliardi di anni in esseri coscienti, dai molti punti di vista, con l’unico scopo di ritornare, attraverso l’interscambio di relazioni intelligenti, spirituali ed illuminanti, all’Unità di Coscienza, per favorire l’evoluzione reciproca. Infatti, la coscienza umana è il cosmo che pensa di se stesso, e gli esseri umani il mezzo con cui l’universo possa pensarsi.
Ogni relazione umana è quindi una connessione cosmica, un’opportunità per influenzare il Campo positivamente e per evolversi spiritualmente. Per questo non esistono relazioni cattive.
Tutto nel cosmo avviene in modo mirato alla creazione e all’evoluzione. i nostri incontri sono stazioni sincroniche da cui può partire la nostra illuminazione, per diventare Esseri Quantici perfetti.Senza la conoscenza delle relazioni, il Destino Sincronico non può avere i mezzi con cui agire. La stessa sincronicità vuol dire relazioni perfette e mirate al piano cosmico, dove ognuno fa la sua parte interconnettendosi l’un l’altro in una rete di rapporti meravigliosi e finalizzati al bene reciproco.
Occorre elevarsi a frequenze elevate di dialogo interiore, per poter sfruttare questo enorme potenziale creativo che ci viene messo a disposizione quotidianamente.
Potremo così acquisire il “ brevetto “ di creatori cosmici, con la speranza di essere utili anche agli altri nella loro ricerca di libertà di coscienza.

mercoledì 8 ottobre 2008

Cambia il modo di vedere le cose, e le cose che vedi cambieranno


DOMENICA 19 ottobre
h 15 e 30'
CENTRO STUDI EDUCARE ALLA SALUTE
VIA DELLA REPUBBLICA, 75 EMPOLI
OPEN SPACE
PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITA' DIDATTICHE
PROIEZIONE DEL VIDEO
DEL DOTT. GAETANO CONFORTO
SCIENZE QUANTISTICHE
E GUARIGIONE
SCUOLA DI SCIENZE QUANTISTICHE
24-25 OTTOBRE 2008
I° UNITA' DIDATTICA
IL POTERE DELL'INTENZIONE
Relatore : Dott. Gaetano Conforto
www.quantumedicine.com
www.videoconforto.com
incertezza esistenziale, economica, relazionale, affettiva
i nostri pensieri condizionano le nostre azioni quotidiane
un'epoca sta per finire
una nuova sta per iniziare
crediamo di dover passivamente subire gli eventi
o possiamo determinare gli eventi stessi?
SPETTATORI o PROTAGONISTI?
CAMBIA TE STESSO E CAMBIERAI IL MONDO!

martedì 7 ottobre 2008

Anticipazione percettiva

di: Paolo Manzelli/University of Florence
Il nostro cervello anticipa continuamente il corso futuro degli eventi; tale naturale possibilità serve e garantire una continuità temporale tra passato presente e futuro.
Certamente il cervello non è un apparato “veggente” cioè proiettato solo verso il futuro, ma comunque possiede in parte anche queste possibilità.
Vediamone scientificamente il perché !
Il bambino appena nato non “vede nulla” dato che non ha alcuna possibilità di riconoscimento.
Infatti deve ancora costruire la propria memoria. percettiva. ricevendo la informazione sull'ambiente mediante i sensi che forniscono con continuità le differenze spaziali e le differenze temporali tra stati successivi degli eventi, permettendo la memorizzandone una traccia mnemonica necessaria per attuare il riconoscimento significativo della percezione visiva. Il riconoscimento mnemonico permette infatti di attuare una distinzione tra i singoli eventi percepiti ed il flusso continuo di ciò che è percepito attraverso i sensi, permettendo di focalizzare e stabilizzare la percezione delle informazione ricevuta dai sensi.
La memoria serve pertanto a dare un senso riconoscibile ad una informazione che di per se stessa non ne ha alcuna, essendo composta solo da una collezione di passate differenze informative recepite per via sensoriale.
Tale ragionamento serve a capire che il cervello utilizzando di differenti modalità di integrazione delle aree che memorizzano a breve e lungo termine, compie una duplice funzione attribuibile alla parallela attività dei due emisferi cerebrali... Infatti mentre da un lato il cervello tende a compiere una categorizzazione seriale degli stimoli sensoriali suddividendoli, nella memoria a lungo termine, in categorie riconoscibili come sensazioni, dall'altro tende a dare significato anticipativo alla informazione elaborando, (con modalità sinergiche più proprie della memoria a breve termine), un pronostico necessario per interpretare la dinamica degli eventi evitando in tal modo una scissione della coscienza tra passato presente e futuro. Possiamo avvalorare tale interpretazione della percezione ricordando ad esempio il fatto che quando ( noi occidentali) andiamo in Cina gli asiatici ci appaiono tutti simili , così come per loro sembriamo a prima vista sostanzialmente tutti uguali quando vengono da noi.
Ciò accade perché il cervello nella sua categorizzazione mnemonica tende a costruire un modello dei tratti caratteristici del volto di mediando le informazioni tra tutte le facce note in modo da poter riconoscere più facilmente le minime differenze tra un volto ed un altro.
L'europeo quindi costruisce i volti sulla base di un modello, ma se il modello del volto dei cinesi è fortemente diverso il cervello deve rielaborare una nuova categoria partendo dal mediare i connotati disponibili delle facce visibili nel nuovo ambiente così da poterne nuovamente apprezzare le minime differenze rispetto al nuovo modello cognitivo e distinguere nuovamente ciascun volto.
L'uomo evidentemente e più sensibile ai volti umani a partire da quello della mamma, ma un tale andamento di riconoscimento percettivo avviene anche per tutte le altre cose osservabili.
Certamente senza una contemporanea funzionalità di ricostruzione anticipativa della dinamica degli eventi ci ritroveremo a vivere in un gap temporale che viene compensato proprio dalla innata capacita intuitiva ed immaginativa che si ritiene già sviluppata nella vita intra-uterina e che inoltre durante la vita ci disponiamo ad allenare frequentemente sognando.
La storia della scienza e una dimostrazione di come il cervello sappia elaborare l'immaginario percettivo generando logiche interpretative con cui vengono affrontate le problematiche osservate per dimensionare un pronostico anticipativo degli eventi e pertanto per esplorare il futuro.
Oggi le “neuroscienze cognitive” hanno iniziato a comprendere le basi neurologiche per mezzo delle quali il cervello acquisisce una percezione significativa del mondo generando una percezione visiva che altro non e che lo scenario delle nostre interazioni possibili con l'ambiente in cui viviamo. In conclusione oggi ci troviamo a dover rivedere le concezioni che in passato hanno fatto ritenere che il vedere con gli occhi, avvenisse creando una immagine impressa direttamente sulla retina, così come fa una macchina fotografica, per poi essere poi trasmessa memorizzata dal cervello similmente a ciò che avviene nello sviluppo di una pellicola fotografica.
In vero tale interpretazione è evidentemente ormai obsoleta anche perché non prende nella benché minima considerazione il fatto che comunque infine siamo noi a vedere la fotografia. Pertanto dobbiamo considerare che tale interpretazione delle nostre modalità di vedere è stata basata su un modello meccanico della percezione che è stato concepito con troppa semplicità proprio in quanto in realtà nell'occhio non si rileva alcuna immagine già descritta né come forme e neppure come colori.
La retina è invece un ricettore di un flusso di informazione che viene canalizzato da sistemi a duplice di polarizzazione per attuare una doppia analisi significativa nei due emisferi cerebrali del cervello che nella loro sintesi costruiscono interattivamente il mondo che vediamo come previsione delle nostre possibili interazioni con l'ambiente.

mercoledì 1 ottobre 2008

INSIEME SI PUO'

PREVENIRE LA MALATTIA E
MIGLIORARE LA QUALITA' DELLA VITA
per il VI anno consecutivo
Il Gruppo di Studio Educare alla Salute
inagura anche quest'anno
la Sessione Autunnale
del
CORSO COMUNITARIO
di
Ginnastiche Mediche Cinesi
Protocollo Chi Lel Qi Gong
7 ottobre- 30 dicembre 2008
MARTEDI'
h. 10-11.30
sede
Centro Medico Sociale AVIS
Via G. Rossa, 2
Quartiere Serravalle (zona sportiva)
EMPOLI

venerdì 26 settembre 2008

La formazione di concetti

di: Oscar Bettelli
Esiste un collegamento immediato fra categorizzazione percettuale e memoria, come si può desumere dall'esistenza di una coscienza primaria presente anche negli animali.
Esiste un aspetto centrale nella funzione cerebrale che concerne concetti e la formazione di concetti.
Concetti diversi non solo possono essere collegati in ordini particolari durante il pensiero ma possono anche concernere gli ordinamenti che implicano memoria e successione spaziotemporale.
I concetti sono necessari per la formazione della memoria di valori e categorie ritenuta essenziale per la coscienza primaria.
I concetti sono difficili da definire e la loro esistenza e le loro basi neurali devono essere inferiti indirettamente dai dati sperimentali.
Inoltre si è tentati di considerare i concetti come proprietà del linguaggio; ma non è così.
Si può infatti sostenere con buone ragioni che anche animali privi di vere capacità linguistiche, come gli scimpanzé, hanno concetti e che i concetti vengono acquisiti prima del linguaggio. Occorre resistere alla tentazione di pensare che i concetti siano semplicemente immagini mentali o che siano essi stessi il linguaggio del pensiero.
Un animale capace di formare concetti è in grado di identificare una particolare cosa o azione e controllarne il comportamento futuro, in un modo più o meno generale, proprio sulla base di tale identificazione: in particolare agisce come se fosse in grado di formare giudizi fondati sul riconoscimento dell'appartenenza a categorie o di integrare particolari in universali.
Tale riconoscimento non solo si fonda sulla categorizzazione percettuale, ma deve essere anche relazionale.
Le capacità di formazione dei concetti devono permettere la valutazione delle conseguenze obiettive di azioni e la generalizzazione da una classe di stimoli a un'altra, e devono essere in grado di assimilare contenuti nuovi.
Durante l'evoluzione e anche nell'individuo i concetti precedono il linguaggio e il significato.
La formazione dei concetti precede la semantica.
I concetti prendono l'avvio dai materiali forniti dall'apparato percettuale, sono costruiti dal cervello e richiedono la memoria.
Diversamente dalla parola, non sono convenzionali o arbitrari non sono legati a una comunità linguistica e non dipendono da una presentazione sequenziale.
Nella loro forma più complessa, i concetti possono servire di base a schemi di immagini, compendiando una varietà di situazioni fisiche generali.
La formazione di concetti è relazionale, può essere usata per l'identificazione e per un'ulteriore generalizzazione su cose e rapporti nel mondo ed è perciò una condizione necessaria ma non sufficiente per la semantica nella misura in cui nell'uso presente consideriamo i concetti diversi da parole, significati e linguaggio.
Queste considerazioni suggeriscono che la capacità di avere concetti deve aver richiesto l'evoluzione di regioni cerebrali capaci di particolari funzioni, evolutesi in epoche più recenti ma tuttavia fondate strutturalmente sulle funzioni anteriori della categorizzazione percettuale, della memoria e dell'apprendimento.

giovedì 25 settembre 2008

Sonno e apprendimento

di: Enrico Loi
Il nostro cervello è dotato di un'area che controlla l'apprendimento. Il sonno favorirebbe quest'area conferendo alle persone un miglioramento della capacità di apprendimento. Questo è quanto suggerisce un nuovo studio svolto da ricercatori dell'Università Wisconsin-Madison. In pratica, dormire non costituisce solamente una modalità di “standby”, bensì un rafforzamento neurologico che consente di assimilare informazioni “fresche” con un conseguente consolidamento di nuove abilità. La scoperta è stata fatta dopo aver monitorato il cervello di alcune persone prese in considerazione per la ricerca. Esse sono state sottoposte a misurazioni dei segnali elettrici cerebrali dopo essersi cimentate con un gioco elettronico prima di coricarsi. I risultati hanno mostrato che i soggetti che si erano cimentati bene nel gioco esibivano un incremento dell'attività di un'area del cervello, situata nella zona superiore dell'emisfero destro. Lo stimolo non era il medesimo nelle persone che non avevano giocato, l'area di costoro mostrava un'attività del tutto normale. Secondo gli autori della ricerca il sonno rappresenta un valido metodo fisiologico per migliorare i meccanismi di determinate strutture cerebrali. Tali mutamenti conferirebbero alle persone un concreto miglioramento delle prestazioni. I risultati della ricerca sono stati pubblicati dal periodico “Nature”.
Istituzione scientifica citata nell'articolo:
University of Wisconsin-Madison

venerdì 19 settembre 2008

Database associativi: ecco come ragiona un essere umano

di: Oscar Bettelli

Il modo di ragionare umano utilizza in maniera elastica le associazioni esistenti tra concetti, parole e simboli del contesto discorsivo.
La tecnologia dei data base si è soffermata principalmente sulle relazioni esistenti tra entità; le relazioni sono delle associazioni prefissate e definite logicamente e rappresentabili con funzioni. Nel flusso normale di un colloquio le associazioni svolgono un ruolo predominante e determinano la direzione del discorso.
Una difficoltà all'apparenza insormontabile che si presenta agli studiosi della dinamica delle associazioni consiste nel fatto che ogni cosa può essere associata a qualsiasi altra in maniera completamente arbitraria, il reticolo di rimandi aumenta a dismisura.
Un modo per rappresentare oggetti consiste nell'attribuire un nome ad ogni parte di interesse. Una tipica associazione può essere descritta come xn - x1,x2,...,xk un nome xn associato a k nomi distinti. Un metodo di costruzione di grafi di associazioni particolarmente efficienti è basato sulla struttura ad ipercubo.
Si può dimostrare che navigando in un grafo con struttura ad ipercubo è possibile raggiungere ogni nodo con un numero ottimale di passi. Le associazioni possono essere classificate in associazioni dirette o associazioni mediate da termini intermedi.
È possibile infatti connettere due nodi passando attraverso altri termini e realizzare una associazione indiretta. È sorprendente la facilità con cui la mente utilizza le associazioni senza esserne sopraffatta; quando si sperimenta con un computer un numero di associazioni significativo ci si trova di fronte a tempi di risposta eccessivamente lunghi.
Inoltre occorre un criterio di scelta o di discernimento per evitare che troppe associazioni blocchino il procedere normale del colloquio. Probabilmente nel cervello interviene il tipo di memoria olistica che consente la contemporanea elaborazione di molte associazioni.
Rimane comunque fondamentale l'attività cosciente legata all'attenzione che consente di decidere quali associazioni sono significative in un determinato contesto.
Algoritmi costruiti sulla dinamica associativa, pur essendo interessanti per le prestazioni pseudo-umane che presentano, mostrano una decisa carenza per quanto riguarda la capacità di selezionare i termini pertinenti rispetto al complesso di associazioni che vengono attivate. È possibile, concettualmente, rappresentare una associazione come un percorso definito in un grafo di relazioni.
Le relazioni sono gestibili a calcolatore, ne consegue che le associazioni possono essere manipolate con algoritmi opportuni. Si pone però un problema: i grafi che rappresentano associazioni reali sono dinamici, si modificano nel tempo.
Diviene quindi interessante lo studio di algoritmi dinamici che consentano un'ottimizzazione delle relazioni e di conseguenza delle associazioni. È possibile definire una metrica sul grafo che consente la costruzione di intorni, relativamente ai nodi, simulando un comportamento analogo a quello che si otterrebbe con l'utilizzo di fuzzy-sets.
Per concludere il concetto di associazione si dimostra di estremo interesse nella progettazione di data base con prestazioni più elastiche di quelle ottenibili dalla tecnologia classica.
Per simulare le prestazioni analogiche umane, il concetto di associazione occupa un posto centrale nella logica degli algoritmi a calcolatore.
Resta necessario uno sforzo della comunità scientifica per lo studio delle caratteristiche che il concetto di associazione comporta per le future tecnologie informatiche.

giovedì 18 settembre 2008

In-formazione

Fonte: Freenfo
di: Zret
Che cos'è l'informazione ?
L'informazione, pur essendo trasmessa attraverso un medium materiale, tende a sconfinare in una dimensione quasi immateriale.
Moltissimi testi spiegano che il segno è composto da due parti inscindibili, ossia il significato ed il significante.
Quest'ultimo è definito generalmente come la parte materiale del segno, ma tale interpretazione è, a mio parere, errata poiché sebbene il significante (la forma del segno) sia veicolato da un substrato materiale, esso è, però, un'immagine acustica, grafica, olfattiva del segno, una sorta di eco della materia.
Si aggiunga che il significato è immateriale, coincidendo con il concetto, con l'idea e si capirà per quale motivo il messaggio all'interno di un sistema comunicativo sia qualcosa di quasi-incorporeo.
A rendere l'informazione una realtà molto labile, contribuiscono fattori spaziali e temporali: si pensi ai segnali luminosi cosmici che percepiamo o con gli occhi o con strumenti tecnologici.
Sono segnali che, viaggiando alla velocità della luce, ci raggiungono dopo un tempo lunghissimo in relazione alle distanze siderali: talora sono “informazioni” di astri che non esistono più. È quindi un messaggio inattuale.
Si aggiunga all'interno del sistema della comunicazione il ruolo del rumore, ossia il disturbo sulla trasmissione del messaggio. Si consideri pure la difficoltà di connettere il pensiero alle leggi di natura, giacché l'attività ideativa è manifestata per mezzo di mezzi fisici, ma non può essere spiegata in toto in termini di reazioni chimiche e di dinamiche biologiche.
Ancora una volta, siamo in presenza di uno iato tra sfera noetica (pensiero, idee, coscienza) e sfera materiale.
In un interessante articolo intitolato Il tempo, l'infinito, l'anima, Alex Torinesi congettura che l'anima sia il principio generatore dello spazio-tempo: l'autore concepisce l'anima come “pura informazione”, nel senso, però, non tanto di trasmissione di un messaggio, ma di formazione delle coordinate spazio-temporali e della materia che ad esse soggiace.
L'informazione è quindi, quasi aristotelicamente, forma.
Tale forma genera la materia per evolvere nello spazio-tempo. La tesi dello studioso si può condividere o rifiutare in parte o del tutto, ma è degno di nota che l'autore colga il lato produttivo dell'informazione, non semplice segnale diffuso nello spazio-tempo, grazie ad un medium energetico (onde elettromagnetiche in primis).
Forse potremmo accostare, consapevoli che è una metafora, ma la metafora non è solo una figura retorica, piuttosto il cuore del linguaggio, il concetto all'anima ed il significante (suono, lettere del segno) alla mente che, per esprimere idee, ha bisogno di un quid energetico (segnali bio-chimici).
Tale modello interpretativo rispecchia la teoria di Torinesi sulla genesi della dimensione cronotopica per opera dell'anima.
La psicologia, le neuroscienze, la filosofia, la fisica quantistica... nei prossimi anni potranno forse riempire il vuoto concettuale che divide mente e materia, se si supereranno banali e riduttivi approcci scientisti.
Data articolo: luglio 2008

lunedì 15 settembre 2008

Comportamento degli adolescenti

di: Johann Rossi Mason
Gli psichiatri Bressa e Bjork:
Non pretendete che i ragazzi si comportino come piccoli adulti
“Alcuni comportamenti degli adolescenti sono inspiegabili per il modo di pensare degli adulti e la proverbiale incomunicabilità tra le generazioni è normale, fisiologica e deriva dalla particolare anatomia cerebrale dei ragazzi” è il parere dello psichiatra Giorgio Maria Bressa, docente di psicobiologia del Comportamento all'Università IPU di Viterbo e Direttore Scientifico della associazione Adole-scienza ( www.adole-scienza.it ). La ragione è ampiamente spiegata anche in un editoriale apparso nell’ultimo numero della rivista di psicologia Yourself: “Il cervello degli adolescenti” spiega lo psichiatra“ cresce in maniera continua sino ad oltre i 20 anni e lo fa in modo preciso, rispettando una evoluzione che dapprima privilegia l'area delle emozioni (paure, ansie, istinti) e solo più tardi giunge a completamento, permettendo alle strutture più complesse di perfezionarsi.
I lobi prefrontali, sede anatomica del giudizio e del buon senso tanto auspicato dai genitori, giungono a completa crescita solo verso i vent'anni. A questa età sfumano significativamente velleità, controsensi, comportamenti imprevedibili e irrazionali, tentativi di autonomia e stupidaggini incomprensibili per gli adulti”. I ragazzi provocano, sono oppositivi, talora impenetrabili, riservati, incoscienti e particolarmente predisposti a comportamenti a rischio: “Il cervello dei giovanissimi è molto plastico e ‘impara’ proprio in questi anni le regole dell’adattamento all'ambiente, cosa che non potrebbe fare né prima né dopo” continua il professor Bressa “quasi il 90% dei problemi degli adulti ha avuto la propria fase di gestazione nella cosiddetta ‘età ingrata’.
Non possiamo e non dobbiamo quindi pretendere che i nostri ragazzi si comportino da adulti responsabili e capaci di una capacità di critica anacronistica rispetto allo sviluppo del cervello”. Le argomentazioni dello psichiatra italiano si sposano perfettamente con le scoperte che giungono dagli Stati Uniti: i ricercatori si sono spesso interrogare sui processi di motivazione dei giovani.
La motivazione di un giovane a eseguire azioni che potenzialmente potrebbero essergli utili è più scarsa di quella di un adulto, specialmente se la ricompensa è procrastinata nel tempo. Questo perché nel cervello degli adolescenti il “centro della ricompensa” o del reward non è completamente sviluppato. È il risultato di un recente studio apparso sul Journal of Neuroscience e proprio questi dati spiegano perché i ragazzi adottano comportamenti a rischio come bere alcol, assumere stupefacenti o avere comportamenti sessuali a rischio: in pratica perché si tratta di attività che con un minimo sforzo ricevono una ricompensa elevata dal punto di vista delle emozioni ricevute.
Ecco quello che sostiene il dottor James Bjork, del National Institute of Alcohol Abuse di New York City:
“Abbiamo confrontato con la RMN 12 ragazzi tra i 12 e i 17 anni e 12 giovani adulti tra i 22 e i 28 anni. Mentre si sottoponevano all’esame strumentale abbiamo chiesto loro di eseguire un videogioco: se riuscivano a colpire un bersaglio sullo schermo ricevevano una piccola somma di denaro, altrimenti lo perdevano. Sia nei giovani che negli adulti le immagini della risonanza mostrassero come si attivassero aree del cervello specifiche (striato ventrale, insula destra, talamo dorsale, sezioni dorsali).
Lo “striato ventrale” in cui risiede probabilmente il ‘centro della ricompensa’ mostrava un aumento dell'attività in entrambi i gruppi in rapporto con l’entità della ricompensa in denaro.
Ma lo striato ventrale destro manifestava una minore attivazione nei ragazzi che negli adulti”.
Secondo Bjork altre ricerche hanno già confermato che quest'area è responsabile della motivazione:
“È la regione che controlla quanto un organismo vuole impegnarsi per ottenere una ricompensa.
I dati indicano che sia gli adolescenti che gli adulti sono egualmente felici ed eccitati alla prospettiva di vincere, ma che l'emozione si differenzia nella quantità di sforzo da fare per ottenere il risultato”. Ci potrebbe essere quindi una ragione fisiologica in comportamenti tipici come la difficoltà ad alzarsi la mattina, ad impegnarsi nello studio. Riprende la parola il professor Bressa: “Raramente i ragazzi valutano le conseguenze a lungo termine e il loro senso del futuro è diverso da quello degli adulti. Per questo è meglio che i genitori spieghino le conseguenze immediate dei comportamenti scorretti o dannosi.
Anziché spiegare che fumando potrebbero sviluppare gravi malattie dopo vent'anni è meglio puntare sugli effetti sull'alito, l'ingiallimento dei denti o la peggiore performance sportiva”.

martedì 9 settembre 2008

7 semplici istruzioni per la tutela della salute infantile

a cura di Enrico Loi

Migliorare la salute della popolazione infantile con sette principi di facile comprensione per i genitori:

I sette obiettivi

Le regole del progetto da diffondere sono semplici, ma con importanti effetti positivi sulla salute infantile:
1. Assunzione di acido folico (0.4 mg al giorno) nel periodo periconcezionale fino ai primi tre mesi di gravidanza, per prevenire alcune malformazioni congenite come i difetti del tubo neurale, i difetti settali e troncoconali del cuore, le labiopalatoschisi, le ipo-agenesie degli arti, le uropatie ostruttive. Le previsioni di efficacia evidenziano 897 malformazioni in meno (15.003 invece di 15.900) su un totale di 530.000 nati/anno in Italia.
2. Eliminazione dell'esposizione al fumo di sigaretta nei periodi pre e perinatale. L'esposizione prenatale al fumo di sigaretta aumenta il rischio di basso peso alla nascita, di aborto spontaneo e di mortalità perinatale. Esiste un'associazione tra esposizione al fumo e SIDS e malattie respiratorie (in particolare nel primo anno di vita). Il rischio di SIDS è aumentato di 2-3 volte in figli di fumatrici prima della nascita con un effetto minore in quelli dopo la nascita, mentre per le malattie respiratorie il rischio aumenta da 1.5 a 2.5 volte.
3. Promozione dell'allattamento al seno (preferibilmente fino a sei mesi), con riduzione del rischio di infezioni per il bambino nel primo anno di vita e benefici a lungo termine, come l'effetto protettivo nei confronti di asma, eczema e allergie alimentari. i vantaggi non riguardano solo il bambino, ma anche la salute della donna (riduzione del rischio di emorragia post-partum, recupero più rapido del peso-forma, contraccezione dovuta all'amenorrea lattazionale, aumento di autostima) e la società (riduzione dei costi).
4. Aumento della prevalenza di bambini che dormono in culla in posizione supina, sin dai primi giorni di vita. Il bambino dovrebbe dormire in culla o nel lettino, mentre è sconsigliabile nel letto con i genitori se questi sono fumatori o assumono alcool o farmaci. Le evidenze scientifiche dimostrano che i bambini messi in posizione prona hanno rischio aumentato di SIDS superiore da 1.7 a 12.9 volte rispetto ai bambini i messi in posizione supina. Inoltre, con la posizione supina non aumenta il rischio di soffocamento da rigurgito.
5. Protezione del bambino durante il trasporto in automobile. Per i bambini con età inferiore a un anno vanno usati i seggiolini di sicurezza fissati al sedile, omologati ed equiparati al peso del bambino. Se utilizzati correttamente, i seggiolini riducono il rischio di morte da incidente stradale del 69% sotto l'anno di vita e dei 47% tra 1 e 4 anni.
6. Aumento della prevalenza di bambini sottoposti a vaccinazioni raccomandate per le quali le coperture non siano ottimali( superiori al 90%).
7. Incentivare la lettura ad alta voce da parte dei Monitori al bambino in età prescolare, un'azione che migliora lo sviluppo cognitivo del bambino e promuove anche la relazione genitori-figli.
Come si può evincere, si tratta di una ricerca con una a notevole valenza medico-sociale, che se troverà il modo e i mezzi (i medici di medicina generale sono indispensabili per la piena riuscita dell'operazione) per potersi sciogliere nel bacino d'utenza, dovrebbe ottenere risultati significativi sul piano della prevenzione e della salute pubblica. La ricerca è stata pubblicata sul periodico cartaceo “M.D. Medicina e Doctor”.

venerdì 5 settembre 2008

Unus mundus

a cura: redazione ECplanet
www.echplanet.ch

“L'inconscio collettivo è una parte della psiche che si può distinguere dall'inconscio personale per il fatto che non deve, come questo, la sua esistenza all'esperienza personale e non è perciò un'acquisizione personale... il contenuto dell'inconscio collettivo è formato essenzialmente da archetipi. Il concetto di archetipo, che è un indispensabile correlato dell'idea di inconscio collettivo, indica l'esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque”. La supermente corrisponde a ciò che Jung chiamava inconscio collettivo, che non va inteso solo come una metafora. Esistono numerose prove scientifiche della sua esistenza.

L'inconscio collettivo è massa psico-sferica, psico-spaziale, transpersonale, che trascende l'individualità, costituita da archetipi psichici fondamentali e universali, come il binomio “animus-anima” (Jung ha sottolineato che in ogni intimo incontro fra un uomo e una donna vi è sempre uno scambio incrociato, che coinvolge l'uomo e la sua anima femminile, Anima, da una parte, e la donna e la sua anima maschile, Animus, dall'altra), rintracciabili nel simbolismo mitologico, religioso, filosofico, nei sogni, nelle visioni dei singoli individui, e che risalgono all'origine dell'umanità.
In altri termini, si può dire che l'inconscio collettivo è la struttura della psiche dell'intera umanità, sviluppatasi nel tempo e suddivisibile in inferiore, medio e superiore. L'inferiore è legato alle radici arcaiche, al passato dell'umanità; il medio è costituito dai valori socio-culturali in questo attuale momento; il superiore è invece relativo ai valori, alle potenzialità, alle mete future dell'umanità.

Il metodo per esplorare il proprio inconscio e di riflesso quello collettivo consiste dunque nell'interpretazione dei simboli archetipi che emergono sia dai sogni che dall'immaginazione attiva. Guida a questo processo di conoscenza del Se, che totalizzando la storia, i valori e le esperienze collettive stimola la coscienza del singolo a dare significato e guida alla sua esistenza, è ciò che Jung chiama “funzione trascendente”, la stessa di cui parlano i mistici, che sostituendosi all'io cosciente consente di ritrovare una identità latente.

Jung arriva a descrivere il divenire della personalità come dinamica dei contrari (Io-Ombra, Anima-Persona, Logos-Eros) che trova nel Sè una armonia sempre instabile. In seguito, insieme al fisico Wolfgang Pauli, nella famosa teoria Pauli-Jung della “sincronicità”, “connessione a-causale fra stati psichici ed eventi oggettivi”, arrivò a sostenere che l'inconscio collettivo possa in qualche modo influenzare il mondo fisico (convergendo con le scoperte della fisica quantistica).

“Osservati a partire da una prospettiva globale, i fenomeni sincronistici e quelli causali potrebbero essere considerati come due lati di un nastro di Moebius”, scrive Pauli in una lettera al fisico Fierz. Sulla base della teoria della sincronicità, Jung immaginò un mondo unitario, Unus Mundus, guidato dal subconscio di una intelligenza collettiva universale.

Ad un certo stadio, la coscienza umana può arrivare a controllare i fenomeni elementari che hanno luogo nell'universo, fino a trascendere spazio e tempo nel “Kosmokrator”, il Cosmo Creatore, l'universo-rete di cui ogni mente umana è parte attiva e integrante.

sabato 30 agosto 2008

The Holographic Universe : Beyond Matter

Science of Conscious and Unconscious
Che cosa è la realtà?
Un'illusione dei nostri sensi tarati per la pecezione del campo elettromagnetico?


The Unified Field

Deepak Chopra explains the Unified Field

Consciousness - an animation of Spirit

This is a very cool original animation by Louis Lefebvre which chronicles the evolution of Consciousness from its inanimate state into human form and then back through spiritual seeking to Oneness.

domenica 24 agosto 2008

Un'unica teoria del tutto...

Antony Garrett Lisi ha formulato una nuova teoria del cosmo basata sulla geometria. Il suo intento è unire la teoria quantistica con la teoria della relatività, obiettivo pergeguito (ma non raggiunto) da Einstein.


Fisica Quantistica.

Dott.Massimo Teodorani
La sincronicità rappresenta la coscienza dell'Universo, il quale si manifesta come un'entità globale governata da leggi che scaturiscono da una matrice primigenia che lega tra di loro le varie parti in un tutto indissolubile.

Dr Quantum e L'Esperimento delle 2 Fessure

Le implicazioni nella vita reale

domenica 3 agosto 2008

Quantum Knowledge

In physics, a quantum (plural: quanta) is an indivisible entity of a quantity that has the same units as the Planck constant and is related to both energy and momentum of elementary particles of matter (called fermions) and of photons and other bosons. The word comes from the Latin "quantus," for "how much." Behind this, one finds the fundamental notion that a physical property may be "quantized", referred to as "quantization". This means that the magnitude can take on only certain discrete numerical values, rather than any value, at least within a range. There is a related term of quantum number.

A photon is often referred to as a "light quantum." The energy of an electron bound to an atom (at rest) is said to be quantized, which results in the stability of atoms, and of matter in general. But these terms can be a little misleading, because what is quantized is this Planck's constant quantity whose units can be viewed as either energy multiplied by time or momentum multiplied by distance....

Usually referred to as quantum "mechanics," it is regarded by virtually every professional physicist as the most fundamental framework we have for understanding and describing nature at the infinitesimal level, for the very practical reason that it works. It is "in the nature of things", not a more or less arbitrary human preference.
laws of attraction

Toward Integral Consciousness

Siamo figli delle stelle

Siamo figli delle stelle... - ecplanet.ch - Lunedì 04.8.2008 - Index

La quantistica

di: Oscar Bettelli

La matematica è invenzione o scoperta? Descrivere un algoritmo dal punto di vista matematico non implica necessariamente l'implementabilità reale dell'algoritmo su un calcolatore. Matematicamente se ne definisce semplicemente l'esistenza. Il matematico non si preoccupa di sapere se gli algoritmi che definisce possano avere un qualche aspetto pratico.

Persino nei problemi in cui è chiaro che esistono algoritmi risolutori ed anche il modo per costruirli, possono richiedersi molta ingegnosità e duro lavoro per sviluppare tali algoritmi in qualcosa di utilizzabile. Fra i problemi matematici che hanno natura algoritmica, ci sono alcune classi di problemi che sono intrinsecamente molto più difficili da risolvere algoritmicamente di altre. La teoria che si occupa di problemi di questo tipo si chiama teoria della complessità.

Un parametro importante di classificazione degli algoritmi è il tempo necessario per l'esecuzione, correlato al numero di cicli che una macchina deve eseguire. Un secondo parametro consiste nella dimensione del problema: n.

Una prima classe è caratterizzata da un tempo polinominale di esecuzione (proporzionale a potenze di n ): classe P. Esiste una categoria importante di classi di problemi risolvibili algoritmicamente caratterizzati dal fatto che la soluzione può essere controllata in un tempo polinomiale : classe NP. I problemi NP si presentano in molti contesti, sia all'interno della matematica sia nel mondo pratico, per esempio:

- il problema dell'orario delle lezioni.
- il problema del circuito di Hamilton
- il problema del commesso viaggiatore

In generale i problemi che sono in P sono considerati trattabili, mentre i problemi che sono in NP e non sono in P sono considerati intrattabili, ossia pur essendo risolubili in linea di principio non sono solubili in pratica.

Ulteriori considerazioni riguardo al rapporto che esiste tra il mondo teorico ed il mondo pratico ci vengono suggerite dalla teoria quantistica della materia. Nella fisica classica esiste, in accordo con senso comune, un mondo obiettivo "esterno". Tale mondo si evolve in modo chiaro e deterministico, ed è governato da equazioni matematiche ben precise. Questo vale per le teorie di Maxwell e di Einstein come per l'originario sistema newtoniano. Si ritiene che la realtà fisica esista indipendentemente da noi, e come sia esattamente il mondo fisico non dipende dal nostro criterio di osservazione. Inoltre, il nostro corpo e il nostro cervello fanno parte anch'essi di tale mondo. Il nostro corpo e il nostro cervello si evolverebbero secondo le stesse equazioni classiche precise e deterministiche. Tutte le nostre azioni potrebbero essere fissate da queste equazioni, per quanto noi possiamo pensare che il nostro comportamento sia influenzato dalla nostra volontà cosciente.

Un tale quadro sembra costituire lo sfondo delle argomentazioni filosofiche più serie sulla natura della realtà, delle nostre percezioni coscienti e del nostro (apparente?) libero arbitrio. Qualcuno potrebbe avere lo sgradevole convincimento che in tutto questo dovrebbe svolgere un ruolo anche la teoria quantistica: quel sistema fondamentale ma sconvolgente sorto, nei primi decenni del nostro secolo, da osservazioni di sottili discrepanze fra il comportamento reale del mondo e le descrizioni della fisica classica. A molti l'espressione "teoria quantistica" evoca semplicemente la vaga idea di un principio di indeterminazione che a livello di particelle, atomi e molecole, proibisce la precisione nelle nostre descrizioni e fornisce semplicemente un comportamento probabilistico. In realtà le descrizioni quantistiche sono molto precise, anche se radicalmente diverse da quelle della fisica classica. Nonostante la diffusione di un'opinione contraria, le probabilità non hanno origine al livello delle particelle, degli atomi o delle molecole - che si evolvono in modo deterministico - bensì, a quanto pare, attraverso una qualche misteriosa azione su scala maggiore connessa con l'emergere di un mondo classico che noi possiamo percepire in modo cosciente. Non è un inutile sforzo tentare di capire in che modo la teoria quantistica ci costringa a modificare la nostra concezione della realtà fisica.

Si tende a pensare che le discrepanze fra teoria quantistica e teoria classica siano molto piccole, ma in realtà esse sono alla base di molti fenomeni fisici su scala ordinaria. L'esistenza stessa dei corpi solidi, la resistenza e le proprietà fisiche di materiali, la natura della chimica, i colori delle sostanze, i fenomeni di congelamento e dell'ebollizione, il grado di precisione della trasmissione ereditaria: queste e molte altre proprietà familiari possono essere spiegate solo con l'aiuto della teoria quantistica. Esistono interpretazioni differenti dei principi della teoria quantistica, che portano alle stesse osservazioni fisiche. Alcuni sostengono che non esiste una "realtà" esterna. La realtà emergerebbe alla nostra coscienza solo in relazione ai risultati di "misurazioni". Altri sostengono che la realtà fisica obiettiva è descritta dallo "stato quantico". Esiste un rapporto molto strano tra l'evoluzione temporale dello stato quantico e il comportamento reale del mondo fisico che si può osservare: ogni volta che eseguiamo una "misurazione" dobbiamo scartare lo stato quantico (che abbiamo laboriosamente sviluppato) e usarlo solamente per calcolare varie probabilità che lo stato "salti" all'uno o all'altro di un insieme di "nuovi" stati possibili che automaticamente si generano. L'osservatore viene direttamente chiamato in causa, con i suoi strumenti di misura, nel determinare l'evoluzione del sistema.

Alcune strane conseguenze di questo "salto" dello stato quantico sono le seguenti:

- una misurazione in un determinato luogo può causare (istantaneamente) il verificarsi di un salto in una regione (infinitamente) lontana (una correlazione che viaggia più veloce della luce!).

- Se un oggetto può percorrere separatamente due vie alternative, si comporta come se le percorresse entrambe contemporaneamente, a volte con l'effetto di annullarle entrambe(interferenza).

- Una particella può apparire (come se fosse presente) simultaneamente in due luoghi diversi.

- Le particelle non hanno descrizioni individuali, ma devono essere considerate tutte assieme.

- Diverse particelle dello stesso tipo non possono avere identità separate l'una dall'altra.

- La quantità della rotazione (spin) di una particella è sempre la stessa per il particolare tipo di particella, la direzione dell'asse di rotazione può variare ma solo per valori interi o seminteri.

- Ogni particella ha contemporaneamente una natura corpuscolare e una natura ondulatoria.

- In un fascio di particelle (per esempio fotoni) ognuna di esse sa, ad ogni istante, che cosa stanno facendo le altre e si comporta di conseguenza.

- Il fenomeno dell'interferenza non è soggetto a limiti spaziali né a limiti temporali.

RETI NEURONALI: PERCEPTRON

di: Oscar Bettelli
Esiste una classe di reti neurali nota come perceptron, anche se forse è meglio parlare di nodo di tipo perceptron. Tale nodo fu inventato dallo psicologo Rosenblatt verso la fine degli anni '50 e rappresenta il suo tentativo di illustrare alcune delle proprietà fondamentali dei sistemi intelligenti in generale, senza andare particolarmente a fondo relativamente alle speciali (e fondamentalmente sconosciute) condizioni reali di organismi biologici particolari.

La rete di Rosemblatt, il "photoperceptron", doveva essere in grado di classificare pattern in ingresso distinti, simulando quello che avviene nella retina dell'occhio. Si trattava quindi di un problema di separabilità: il risultato che ottenne si può riassumere dicendo che è possibile costruire un perceptron che distingue con successo tra differenti classi di patterns in ingresso, anche se bisogna dire che debbono essere soddisfatte certe condizioni di base.

Il perceptron

Il perceptron è un dispositivo che apprende. Inizialmente incapace di distinguere alcunché, dopo un adatto tempo di apprendimento diviene in grado di distinguere le classi di appartenenza dei patterns in ingresso. Il lavoro di Rosemblatt ha portato alla dimostrazione di un importante risultato, noto come "Teorema della convergenza del perceptron", che è dimostrato per un perceptron con una sola unità di output, che apprende a classificare patterns di due distinte classi. Esso afferma che, se una classificazione può essere appresa da un perceptron, allora la procedura di addestramento della rete garantisce che il processo di apprendimento termina in un numero finito di cicli di apprendimento.

Il perceptron

Elemento costitutivo di una rete tipo perceptron è il PE (processing element), che non è altro che un neurodo con le seguenti caratteristiche:

- gli ingressi sono binari (0 o 1)
- i pesi sono tutti nell'intervallo [0,1] e tali che la loro somma dà 1 (sono normalizzati a 1)
- il net è la somma pesata degli ingressi
- la funzione di attivazione è la funzione identica
- la funzione di uscita è il gradino binario centrato in una soglia s:
Xi = 1 se ai >=s
Xi = 0 se ai