Spesso facciamo azioni abituali senza pensarci o senza notarle molto.
Per esempio, uno puo' tornare a casa scendendo alla solita fermata del treno mentre sogna a occhi aperti qualcosa di completamente diverso.
Studi precedenti avevano indicato che la struttura piu' grande dei gangli basali, il corpo striato, potrebbe essere importante nell'apprendimento basato sul premio.
Una parte dello striato controlla il movimento ed e' connessa alla corteccia sensomotoria, la quale e' coinvolta nel pianificare ed eseguire funzioni volontarie.
Un altro circuito nello striato controlla il comportamento flessibile ed e' connesso con la corteccia associativa.
Fino a ora, si sapeva poco su come questi due circuiti separati contribuissero all'apprendimento di nuovi comportamenti.
Di grande interesse lo studio condotto dai ricercatori del Massachussetts Institute of Technology (Mit) negli Stati Uniti pubblicato sulla rivista NEURON.
I ricercatori hanno registrato l'attivita' dei due circuiti striatali dei topi che imparavano la strada per raggiungere un nascondiglio contenente un premio al sapore di cioccolato in un labirinto.
Per raggiungere il premio, i topi dovevano scoprire il significato di suggerimenti sonori e tattili forniti a un incrocio a T nel labirinto.
I topi hanno provato fino a che il percorso non e' diventato un'abitudine.
Man mano che i topi miglioravano, i circuiti mostravano schemi di attivita' distinti che si evolvevano durante il processo di apprendimento.
Uno di essi diventava piu' attivo quando i topi dovevano fare determinate azioni (per esempio partire, fermarsi o girare) e diventava piu' forte man mano che imparavano la routine. L'altro diventava molto attivo quando il topo doveva decidere in che direzione girare, ma man mano che il ratto imparava il percorso, il segnale si indeboliva.
Sembra quindi che i due circuiti basali ganglionici lavorino in parallelo in una specie di competizione tra i due circuiti fino al momento in cui il comportamento imparato diventa un abitudine.
Questi circuiti cerebrali sono colpiti dal morbo di Parkinson, dall'abuso di sostanze e in molti disturbi psichiatrici.
Se riusciamo a imparare come indirizzare la competizione in una direzione o nell'altra, potremmo contribuire ad apportare nuovi punti di interesse nelle terapie esistenti e magari aiutare lo sviluppo di nuove terapie.
Nessun commento:
Posta un commento